DAUGHTRY - VOLKHAUS - ZURICH - OCTOBER 11, 2010 martedì, 26 ottobre 2010 22:49 by amaranth

 

  • Date: October 11th, 2010
  • Venue: Volkhaus
  • Town: Zurich

 

Mentre da noi in Italia i talent show  sono insipide vetrine per “fenomeni” da dare in pasto alla massa per una stagione o poco più, all’estero la musica è ben diversa. Vuoi per cultura musicale, vuoi per un approccio differente, alcuni format televisivi sia all’estero e soprattutto oltre oceano, tipo l’American Idol, sfornano di anno in anno autentici talenti vocali. Da qui a dire che non siamo di fronte a fenomeni commerciali ce ne passa, ma resta il fatto che oltre all’immagine, la sostanza non latita. Tra i vari David Cook, Adam Lambert, Kris Allen, Kelly Clarkson, tanto per nominare un paio di nomi meritevoli tra rock e pop, uno dei nomi sfornati dall’Idol americano che ad oggi ha saputo crearsi una certa credibilità è senza dubbio Chris Daughtry. Due dischi fino ad ora pubblicati che han venduto milioni di copie negli States, qui in Italia a parte qualche sporadico passaggio radiofonico, un nome sconosciuto ai più. Eppure Daughtry con il suo modern rock dalle melodie radiofoniche ha tutte le carte in regola per fare breccia tra i cuori di chi è cresciuto con l’hard rock e il melodic rock anni ottanta. Triste constatare quanto la “vecchia europa” fatta di appassionati di un certo tipo di musica rock/metal, sia sempre più pigra e si rinchiuda nel solito orticello di nomi sicuri e facili, addirittura lamentandosi che non ci sia più nulla di interessante da ascoltare in giro.

Già approdato in Europa di spalla ai Nickelback all’inizio di questo 2010 (altra band che certi classic rockers farebbero bene a rivalutare), Daughtry torna per un mini-tour europeo, e quale occasione migliore se non allungarsi fino a Zurigo per capire se siamo di fronte al solito fenomeno mediatico d’oltreoceano e poco più?!?  Il pubblico presente al Volkhaus di Zurigo è composto per lo più di teenegers, con un’alta percentuale di ragazze, segno che il buon Chris non piace solo musicalmente. Certo fa un po’ strano avere un quindicenne di fianco a te con Shazam acceso sull’Iphone per riconoscere un pezzo dei Def Leppard (recentemente coverizzati da Daughtry nell’ultimo disco di Santana con “Photograph” per l’appunto) ma tant’è meglio che Daughtry sia il viatico per  far scoprire e conoscere un certo tipo di musica ai giovani d’oggi. L’ora e venti di show si snoda agile tra i pezzi del debutto e “Leave This Town”, con una bella scaletta che alterna brani più sostenuti a ballate, cantante a squarciagola dal pubblico presente. A parte qualche problema di suoni ad inizio show (da non attribuire totalmente al banco mixer come vedremo a breve…), è Chris a farla da padrona. Oltre ad un ottima presenza scenica,  Daughtry è un’autentica forza della natura, con la sua voce cristallina e potente, che non mostra alcun cedimento nel corso di tutto lo show. Discorso differente per la band che l’accompagna, assolutamente inadatta per il tipo di musica proposta, soprattutto quando in studio ti puoi permettere produzioni scintillanti. Da bocciare chitarrista solista e batterista, con un approccio da grezzissima punk band, con suoni sporchi e stecche a go go che rovinano diversi  brani in scaletta tra cui una “Ghost Of Me”, voce a parte, completamente disastrosa! Fortuna che Chris imbraccia la chitarra acustica in “Life After You”, “September”e “Learn My Lesson” e risolleva le sorti di uno show altrimenti indecente a livello esecutivo. Immancabili in scaletta i singoli più famosi “It’s Not Over”ed “Home” ma il colpo di coda nel finale spetta ad un’inaspettata cover di “Rebel Yell”, segno che aldilà delle etichette è sempre il buon classic rock anni ottanta l’essenza di tanto rock spacciato con l’etichetta “modern”. Chris Daughtry è una delle migliori voci rock odierne nel panorama mondiale, nulla da dire.  Detto questo una riflessione sulla stato della musica odierna andrebbe fatta. Laddove una volta c’erano band talentuose che spuntavano fuori dal nulla e diventavano dei fenomeni, oggi il mercato della musica punta sul sicuro. Si cerca il talento e una volta trovato gli si costruisce intorno un fenomeno con Producer  e songwriter di grido. Su disco funziona, peccato che però dal vivo non si scherza, servono dei musicisti di un certo livello, e uno stallone di razza come Daughtry merita dei comprimari di un certo rilievo. In effetti non faticherei ad immaginare il buon Chris Daughtry in una delle tante all star band che vanno di moda oggi, se non tra le file di qualche band famosa…

 

DAUGHTRY, October 11th, Volkhaus, ZURICH

Setlist:

Feels Like Tonight

What I Want

Ghost Of Me

EveryTime You Turn Around

Over You

Life After You

September

Learned My Lesson

Supernatural

No Surprise

You Don't Belong

 

Encore:

It's Not Over

Rebel Yell

Home

 

JUST JINJER - JUST JINJER mercoledì, 28 luglio 2010 17:30 by amaranth

 

  • Release Date: Jan 10, 2010
  • Label: Curb
  • Producer: Michael Lloyd / Ard Matthews

 

  • Style: Modern Melodic Rock
  • Related bands: U2, Vertical Horizon, Jeff Buckley

[Voto:4.00]

Intro
E se la nuova frontiera del rock fosse l'emisfero australe?

Best tracks
Time Of Your Life, What He Means, Steady, Home

Notes
Lo sostengo da anni, se vogliamo ascoltare quanto di meglio la musica Rock ci può offrire oggi, bisogna rivolgersi a band minori, meglio se provenienti da paesi lontani dall’asse anglo/americano/europeo. Nell’anno dei mondiali di calcio in Sudafrica, la vera rivelazione musicale di questo paese (per noi di weChameleon, altri vi avranno pompati a dismisura i The Parlotones) sono senza ombra di dubbio i Just Jinjer. Non è nè la prima nè l’ultima band interessante proveniente dall’emisfero australe, ricordo con piacere l’originalità dei Tribe After Tribe di Robbi Robb, o ancora in là nel tempo il prog/pomp degli Stingray, e per guardare al futuro all'orizzonte c'è il debutto, con tanto di produzione a cura del navigato Kevin Shirley, dei promettenti Prime Circle. I Just Jinjer sono un trio già attivo dalla metà degli anni novanta, con una folta discografia e un successo di vendite nel paese di origine con 250mila copia vendute. Emigrati prima in UK e ora in California si accasano oggi sotto la Curb Records e ri-editano il loro ultimo full-length album del 2006 aggiungendo una manciata di inediti per farne una release internazionale. Una ghiotta occasione per chi ama questo tipo di sonorità, un rock melodico a cavallo tra post grunge e frequenze modern, con canzoni che fanno perno su melodie mai stucchevoli o edulcorate. Seppur lo stile non sia originalissimo, i Just Jinjer hanno un approccio caldo a queste sonorità, figlio di un background culturale e sociale non proprio “convenzionale”, che si esplica in una sensibilità non solo sonora, ma fatta anche di liriche impegnate, che trasudano spiritualità, cantate dal bravissimo Ard Matthews, dotato di un timbro caldo e passionale. Personalità e canzoni ispirate, da ascoltare a tutto spiano, per una band tutta da scoprire, valida alternativa alle nuove proposte che spuntano come funghi dagli States o dall'Inghilterra spacciate come irrinuciabili new sensation. Austral Soul Rock.


Band

  • Ard Matthews (vocals, acoustic guitar)
  • Brent Harris (drums, vocals),
  • Denholm Harding (bass, vocals)


Tracklist

  • 01. Steady (4:06)
  • 02. Home  (3:44)
  • 03. Time Of Your Life (3:30)
  • 04. Can I Have More (3:43)
  • 05. She Knows (4:05)
  • 06. Milk & Honies (3:04)
  • 07. What He Means (4:47)
  • 08. Till I’m Done (3:37)
  • 09. The Spy Who Gave A Damn (4:05)
  • 10. Shine On You (3:56)
  • 11. Subject (4:37)
  • 12. Safer (3:46)
  • 13. Take Me There (4:50)

 

Discography

  • All Comes Round (1997)
  • Something for Now (1998)
  • Here's to You (1999)
  • Strange World (2000)
  • Greatest Hits (2001)
  • Bootleg Album (2004)
  • Just Jinjer (2006, Colossal)
  • Milk & Honies EP (2009, Curb)
  • Just Jinjer (International release) (2010, Curb)

 

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DANKO JONES - BELOW THE BELT giovedì, 1 luglio 2010 16:32 by amaranth

 

  • Release Date: May 12, 2010
  • Label: Bad Taste Records | Aquarius Records
  • Producer: Matt DeMatteo

 

  • Style: Rock
  • Related bands: AC/DC, Kiss, Thin Lizzy

[Voto:4.50]

Intro
High Voltage Sex n' Roll!

Best tracks
Full Of Regret, I Think Bad Thoughts, Magic Snake

Notes
Rompiamo il ghiacco per parlarvi del sesto studio album del rocker canadese Danko Jones (a me fa ridere ma è il sosia del singer dei Fine Young Cannibals!) con un azzardo, o se preferite una provocazione. "Below The Belt" è il disco che farebbe invidia a Mr. James Hetfield, perchè è quel tipo di sound che i Metallica avevano in testa nella seconda metà degli anni novanta all'epoca di due album tanto discussi quali "Load" e "Reload". E' un rock sanguigno quello di Danko e i suoi due compari di scorribande JC e Dan Cornelius, uno stile ben fotografato in "Born A Lion", il disco che ha portato il cantante/chitarrista canadese alla ribalta internazionale grazie al singolo "Lovercall". In seguito una manciata di buoni dischi (ma non eccelsi) e svariati tour in Europa e States hanno rafforzato lo status di rocker selvaggio e genuino, fino ad arrivare a questo "Below The Belt", personalmente il suo migliore lavoro di sempre, un autentico compendio di rock n' roll valvolare, con sporie di hard rock e tracce di metal. Parafrasando il titolo, Danko ci mette tutto ciò che sta "Below The Belt", frullando e centrifugando AC/DC, Kiss, Thin Lizzy per un risultato a dir poco esplosivo, con una tracklist senza cedimenti, fatta di brani coinvolgenti e tremendamente catchy. L'opener "I Think Bad Thoughts" è quasi una dichiarazione di intenti: "I can screw your girl in the back of my cadillac" tanto per capire che Danko ha due cose in testa e se una è rockkare di brutto, l'altra non ha bisogno di spiegazioni. Declamatorio e tracotante senza essere presuntuoso, arrapato senza essere per forza sessista, "broken hearted" senza essere sfigato, per Danko suonare rock n' roll è il veicolo migliore per dire le cose come stanno, senza peli sulla lingua. E "Below The Belt" è la colonna sonora ideale per le scorribande di tutti i rockers in questa bollente estate targata 2010...


Band

  • Danko Jones - Vocals, Guitars
  • John Calabrese - Bass
  • Dan Cornelius - Drums


Tracklist

  • 01. I Think Bad Thoughts (3:31)
  • 02. Active Volcanoes (3:35)
  • 03. Tonight Is Fine (4:20)
  • 04. Magic Snake (3:19)
  • 05. Had Enough (3:42)
  • 06. I Cant Handle Moderation (3:03)
  • 07. Full Of Regret (3:57)
  • 08. The Sore Loser (2:59)
  • 09. Like Dynamite (3:14)
  • 10. Apology Accepted (3:29)
  • 11. I Wanna Break Up With You (4:55)
  • 12. Guest List Blues (3:37) (Digipack Bonus Track)
  • 13. Rock n' Roll Proletariat (3:19) (Digipack Bonus Track)
  • 14. The Kids Don't Want To Rock (3:27) (iTunes Bonus Track)


Discography

  • Sugar Chocolate 7" (1998) (Sonic Unyon)
  • Danko Jones EP (1998) (Sonic Unyon)
  • My Love is Bold (1999) (Sound King | Outside Music)
  • I'm Alive and On Fire (2001) (Bad Taste Records)
  • Born a Lion (2002) (Bad Taste Records | Universal Canada)
  • We Sweat Blood (2003) (Bad Taste Records | Razor & Tie)
  • Ritual of the Savage 10" (split with Gluecifer & Peter Pan Speedrock) (2003) (Drunken Maria | Suburban)
  • Sleep Is The Enemy (2006) (Bad Taste Records | Aquarius Records)
  • Never Too Loud (2008) (Bad Taste Records | Aquarius Records)
  • B-Sides (2009) (Bad Taste Records)
  • This Is Danko Jones (2009) (Canadian-only greatest hits release) (Emd Int'l Records)
  • Having Fun On Stage With Danko Jones 7 (2009) (Yeah Right! Records)
  • Below The Belt (2010) (Bad Taste Records | Aquarius Records)

 

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SONS OF SYLVIA - REVELATION martedì, 22 giugno 2010 13:53 by amaranth

 

  • Release Date: April 27, 2010
  • Label: Interscope
  • Producer: Ryan Tedder, Jack Joseph Puig, Jeff Trott, Brian Howes, Gerald O’Brien, Catt Gravitt, Mike Shimshack

 

  • Style: Pop Rock, Country Pop
  • Related bands: Rascal Flatts, Gloriana, One Republic

[Voto:4.50]

Intro
La new sensation melodica del 2010!

Best tracks
Revelation, 50 Ways, I'll Know You, The War Within

Notes
Debutto di lusso per questi Sons Of Sylvia, combo formato da tre fratelli Ashley, Adam e Austin Clark, originari dello stato della Virginia con un'attività ormai decennale negli ambienti country statunitensi. Dapprima con una formazione denominata The Clark Family Experience, in pratica una all family band comprendente ben sei fratelli della famiglia Clark (a quanto pare un'autentica fucina di generazioni di musicisti) attiva in varie formazioni già dai primi anni novanta fino al 2002. Tempo in cui riescono anche a piazzare un singolo di discreto successo nelle charts country ("Meanwhile Back at the Ranch" estratto dal disco di debutto del 2000) e andare in tour con colossi del country-pop come Tim McGraw e Faith Hill. La band si scioglie però da li a poco e gli unici superstiti della formazione Adam, Ashley e Austin si ripropongono sotto il monicker "Clark Brothers" nel 2008 partecipando e vincendo il talent show "The Next American Band". Per i fratelli Clark è la seconda possibilità di ritornare sulle scene che contano e i tre non perdono tempo, prima si ridenominano "Sons Of Sylvia" e successivamente iniziano un'intesa attività live, con svariate apparizioni televisive e suonando, spesso e volentieri, sia su disco che dal vivo con l'American Idol Carrie Underwood.

Insomma con i contatti giusti nel music business guadagnano un deal con la Interscope che fornisce una produzione stellare per il disco di debutto, con la presenza di songwriters del calibro di Ryan Tedder (One Republic, nonchè cugino dei Clark!), Brian Howes (Hinder, Skillet) e Jeff Trott (Sheryl Crow). Undici le tracce che vanno a finire in questo splendido debutto a titolo "Revelation", la cui base di partenza è un country dalle melodie radiofoniche tra Gloriana, Keith Urban e gli ultimi Rascal Flatts. E' un sound pop e moderno che non scade quasi mai nel melenso, mixato sapientemente con atmosfere midwest e southern, mai sopra le righe e ben bilanciato, a cui i tre non disdegnano dare un tiro classicamente rock. Pochi i giri a vuoto in un platter che si mantiene su livelli medio-alti, partendo dai reticolati melodici dell'apripista "John Wayne" e dell'urgenza di "50 Ways" per giungere alla title track che vi conquisterà in tempo zero con quell'ambientazione da "Last Of The Runaways" in bilico tra una "Wanted Dead Or Alive" e il classico "Can't Find My Way Home". Quando irrompono le note di "I'll Know You", impossibile non capitolare se cercate il brivido melodico dell'AOR che fu questo è il brano che fa per voi, cosi come la stupenda "Ghost Town", mentre spetta all'epica "The War Within" alzare la cifra artistica del platter, con un'atmosfera drammatica e una prova vocale di Ashley Clark da brividi! Non sarà tutta farina del loro sacco direte, ma in definitiva "Revelation" è un album in bilico tra esigenze da classifica ("Love Left To Lose" e "Give Me Love" sono due facili hit single da classifica, che farebbero gola a tanti blasoni!) e la classe del migliore rock melodico. Chi si può forgiare di tale definizione nel 2010? Per noi di weChameleon uno dei dischi dell'anno a mani basse!


Band

  • Ashley Clark – Vocals
  • Adam Clark – Guitar
  • Austin Clark - Bass


Tracklist

  • 01. John Wayne       4:28
  • 02. Love Left to Lose       3:16
  • 03. Revelation      3:21
  • 04. 50 Ways                 3:04
  • 05. Song of Solomon      4:56
  • 06. Give Me Love      3:17
  • 07. Ghost Town     3:09
  • 08. Long Beach     3:38
  • 09. I'll Know You      4:10
  • 10. The War Within       6:10
  • 11. It's Only Love (iTunes Bonus Track) 3:33
  • 12. Really Need to Know (Amazon Bonus Track)   3:15
  • 13. Here the Angels Sing (Napster Bonus Track) 3:29


Discography

  • Revelation (2010, Interscope)


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TREAT - COUP DE GRACE giovedì, 20 maggio 2010 19:39 by amaranth

Treat - Coup De Grace

 

  • Release date: March 19, 2010
  • Label: Frontiers Records
  • Producer: Treat

 

  • Style: Melodic Hard Rock
  • Related bands: Europe, Gotthard

 [voto: 4.25]

Intro
A 18 anni dall'ultimo studio-album, rientrano sulle scene gli svedesi Treat con il loro disco più maturo.

Best tracks
Tangled Up, Paper Tiger, We Own The Night, All For Love

Notes
Se siete degli inguaribili nostalgici dello swedish melodic hard rock di metà anni ottanta e a voi i nuovi Europe non fanno nè caldo nè freddo, bene il nuovo disco dei Treat "Coup De Grace" vi farà sobbalzare dalla sedia in tempo zero! La band del guitar player Anders Wikström (un musicista criminalmente sottovalutato!) rientrata sulle scene prima con il best of "Weapons Of Choice" e poi con una serie di concerti in Europa (tra cui due show esplosivi al Firefest del 2006 e 2009), dà alle stampe un piccolo gioiello di hard rock, forse tra i migliori dischi del genere degli ultimi anni. Autentico compendio moderno della produzione del passato, tra "Dreamhunter" e "Organized Crime", lo stile è quello ma c'è ispirazione tra i solchi di questo "Coup De Grace": riff, strofe, melodie e chorus al servizio di una tracklist pressocchè perfetta. Segno che ancora oggi nell'anno domini 2010 c'è chi può proporre del sano e vecchio hard rock de luxe senza apparire vetusto. Oltre alle sostenute "All In" e alla rocciosa "Paper Tiger", non mancano frangenti di splendore melodico come nel caso di "A Life To Die For" e del clamoroso AOR di "We Own The Night", dagli avvolgenti toni def leppardiani. Quattro stelle e una pacca sulla spalla senza paura di smentita alcuna: noi che vi proponiamo continuamente band moderne non ci dimentichiamo di tributare la vecchia scuola melodica quando se lo merita davvero. Welcome back Treat!


Band

  • Anders "Gary" Wikström - Guitars, vocals
  • Robert Ernlund - Lead vocals
  • Patrick Appelgren - Keyboards
  • Nalle Påhlsson - Bass
  • Jamie Borger - Drums



Tracklist

  • 01. Prelude - Coup de Grace
  • 02. The War Is Over
  • 03. All In
  • 04. Paper Tiger
  • 05. Roar
  • 06. A Life To Die For
  • 07. Tangled Up
  • 08. Skies of Mongolia
  • 09. Heaven Can Wait
  • 10. I'm Not Runnin'
  • 11. No Way Without You
  • 12. We Own The Night
  • 13. All For Love
  • 14. Breathless



Discography

  • Scratch and Bite (1985, Vertigo)
  • The Pleasure Principle (1986, Vertigo)
  • Dreamhunter (1987, Vertigo)
  • Organized Crime (1989, Vertigo)
  • Treat (UK Compilation) (1989, Vertigo)
  • Treat (1992, Vertigo)
  • Muscle in motion - Bootleg/Studio leftovers (2001, Metal Rendezvous)
  • Weapons Of Choice (2006, Universal Sweden)
  • Scratch and Bite (Remaster) + Live at FireFest DVD (2008, Universal Sweden)
  • Coup De Grace (2010, Frontiers)



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DAY OF FIRE - LOSING ALL martedì, 27 aprile 2010 12:15 by amaranth

 

  • Release date: January 16, 2010
  • Label: Razor&Tie
  • Producer: Roger Masson

  • Style: Modern Hard Rock, Christian Rock
  • Related bands: Nickelback, Shinedown

[Voto:3]

Intro:
Terzo studio album per la band capitananta da Joshua Brown, nel suo percorso di redenzione dall'eroina a Gesù Cristo.

Best Tracks:
Lately, Cold Addiction, The Dark Hills

Notes:
Il debutto dei Day Of Fire (2004) è uno di quei dischi che pur appartenendo ad un genere ormai iper inflazionato, si riesce ancora oggi ad ascoltare con piacere, forte di una serie di piccole/grandi gemme di post-grunge radiofonico. Un platter in anticipo sulle tendenze odierne, ma non esattamente il "corporate rock" dalle melodie smaltate che sta spopolando di questi tempi negli States. Josh Brown e soci non aggiornano il sound alle nuove tendenze, anzi a ben vedere "Losing All", tranne qualche raro episodio, suona in larga parte ruvido, come testimonia lo sporco rock n' roll di "Light Em Up", "When I See You", e l'ottima "Cold Addiction". Prezzemolino Daughtry scrive insieme a Brown "Hello Heartache", e una scontata "Airplane", ma il vertice del platter è raggiunto dalla sofferta "The Dark Hills". Un buon ritorno, ma il debutto era decisamente un altra cosa, se non lo conoscete andate a recuperarvelo!


Band

  • Joshua Brown - Vocals
  • Joe Pangallo - Guitar
  • Chris Pangallo - Bass
  • Zach Simms - Drums


 
Tracklist

  • 01. Light Em Up (4:02)
  • 02. Hello Heartache (3:48)
  • 03. When I See You (3:09)
  • 04. Airplane (3:45)
  • 05. Lately (3:50)
  • 06. Cold Addiction (4:16)
  • 07. Landslide (4:37)
  • 08. Never Goodbye (5:15)
  • 09. Hey You (3:58)
  • 10. We Are No One (4:05)
  • 11. Long Highway (5:11)
  • 12. Strange (0:57)
  • 13. The Dark Hills (5:12)

   

Discography

  • Day Of Fire (2004 Essential)
  • Cut & Move (2006 Essential)
  • Losing All (2010 Razor & Tie)


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SHINEDOWN - iTUNES SESSION lunedì, 19 aprile 2010 20:45 by amaranth

shinedown

  • Release Date: April 6, 2010
  • Label: Atlantic - WEA

 

  • Style: Hard Rock, Acoustic Rock
  • Related Bands: Lynyrd Skynyrd, Soundgarden, Nickelback


[Voto: 3]

 

 

 

Intro
Mini album acustico per i modern hard rockers di Jacksonville.

Best Tracks
Second Chance, Sound Of Madness, If You Only Knew

Notes
Gli Shinedown sono in forte ascesa nel panorama rock internazionale, grazie al loro ultimo lavoro in studio, quel "Sound Of Madness" senza ombra di dubbio il disco di modern hard rock più bello degli ultimi anni.
Pochi punti deboli e grandi canzoni, una di quelle poche band nell'odierno mercato musicale in grado di soddisfare i palati dei vecchi rockers e di chi è avvezzo a sonorità moderne.
Il qui presente "iTunes Session" presenta 8 veri e propri hit-single, totalmente estratti per l'appunto da "The Sound Of Madness", e riproposti in chiave acustica. Ennesima occasione per riascoltare la bellissima voce di Brent Smith, ma non solo, in queste versioni acustiche viene fuori il reale background di chi è cresciuto con le grandi band del passato. E se vieni dal sud degli States, impossibile non essere cresciuti a pane e Lynyrd Skynyrd.
Un godibilissimo ep, ma l'"only for fans" è d'obbligo.

The Band

  • Brent Smith - vocals
  • Zach Myers - guitar
  • Eric Bass - bass
  • Barry Kerch - drums


Tracklist

  • 01. The Crow & The Butterfly   4:19
  • 02. Breaking Inside   3:49
  • 03. Sound Of Madness   3:58
  • 04. Second Chance   3:43
  • 05. If You Only Knew   3:57
  • 06. Call Me   3:49
  • 07. What A Shame   4:12
  • 08. Devour   3:25


Discography

  • Leave A Whisper (2003 Atlantic - WEA)
  • Us & Them (2005 Atlantic - WEA)
  • The Sound Of Madness (2008 Atlantic - WEA)


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AUDREY HORNE - AUDREY HORNE venerdì, 26 marzo 2010 00:42 by amaranth

Audrey Horne Audrey Horne front cover

  • Release Date: 1 Marzo 2010
  • Etichetta: Indie Recordings
  • Produttore: Joe Barresi

 

  • Toschie - vocals
  • Ice Dale - guitars, bass
  • Thomas Tofthagen - guitars
  • Kjetil Greve - drums

[Voto: 4]

 

Prendete un genere musicale. Pensate alla sua evoluzione. Prendete dei musicisti cresciuti in un determinato contesto cimentarsi con un genere completamente nuovo per i loro canoni. Lo sforzo creativo li porterà, quasi sicuramente, a generare qualcosa di ben più avvincente, e perchè no originale, anche rispetto a chi quel determinato genere lo suona da decenni!

Vi spiego meglio. Audrey Horne (do you remember Twin Peaks?) anno 2005, band di origine norvegese, primo disco, "No Hay Banda". Clamoroso esempio di come fondere l'alternative rock/metal e il crossover anni novanta di band come Alice In Chains, Faith No More e primi Tool, il tutto confezionato, sorpresa, da musicisti di estrazione black/death metal (ex membri di Gorgoroth e Enslaved per la cronaca)!

Dopo la replica a titolo "Le Fol", il terzo self title album di questi ragazzacci di Berger spinge il loro alternative metal verso un hard rock di stampo seventies, intenso e drammatico nell'incendere, avallato dalla produzione dell'esperto Joe Barresi (Queen Of The Stone Age, Kyuss, Fu Manchu, Tomahawk). L'evoluzione non è molto distante da quanto fatto in passato dagli Amorphis di "Tuonela" e "Am Universum", o forse il paragone più calzante è quello di altri ex black/death metallers approdati in territori più classici, ossia i connazionali Green Carnation.

Persistono retaggi metal, ruffiani quanto efficaci a livello esecutivo, ma il fulcro su cui girano "Circus", "Sail Away", i chiaroscuri della stupenda "Down Like Suicide", la vorticosa "Blaze Of Ashes" e l'atmosfere plumbee di "Firehose", è un dinamico hard rock anni settanta dal piglio moderno, scolpito con l'utilizzo massiccio di un minaccioso hammond.

Non c'è che dire, gli Audrey Horne sono riusciti nell'impresa di ripulire il flusso sonoro incontrollato delle loro origini estreme e coinvogliarlo in un sound moderno ma allo stesso tempo classicamente rock, adulto e altamente descrittivo.

PS: Nella limited edition troverete 4 brani acustici e due cover: "Nowhere To Run" dei Kiss, e addirittura "Halo" di Beyonce, in una versione tombale per solo piano e voce (!)


Tracklist di Audrey Horne

  • 01. These Vultures   1:45
  • 02. Charon   4:26
  • 03. Circus   3:33
  • 04. Down Like Suicide   3:54
  • 05. Blaze Of Ashes   4:44
  • 06. Sail Away   5:41
  • 07. Bridges And Anchors   4:36
  • 08. Pitch Black Mourning   6:14
  • 09. Firehouse   6:06
  • 10. Darkdrive   5:31
  • 11. Godspeed   3:33

Limited Edition Digipack-only tracks

  • 01. Desert   3.08
  • 02. Carrie   3.58
  • 03. Bright Lights   3.42
  • 04. Nowhere To Run   4.32
  • 05. Rearview Mirror?   4.01
  • 06. Halo   3.42


Discografia degli Audrey Horne

  • Confessions & Alcohol EP (2005 Tuba Records / DogJob)
  • No Hay Banda (2005 Essential)
  • Le Fol (2007 Indie Recordings)
  • Audrey Horne (2010 Indie Recordings)


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