DAUGHTRY - VOLKHAUS - ZURICH - OCTOBER 11, 2010 martedì, 26 ottobre 2010 22:49 by amaranth

 

  • Date: October 11th, 2010
  • Venue: Volkhaus
  • Town: Zurich

 

Mentre da noi in Italia i talent show  sono insipide vetrine per “fenomeni” da dare in pasto alla massa per una stagione o poco più, all’estero la musica è ben diversa. Vuoi per cultura musicale, vuoi per un approccio differente, alcuni format televisivi sia all’estero e soprattutto oltre oceano, tipo l’American Idol, sfornano di anno in anno autentici talenti vocali. Da qui a dire che non siamo di fronte a fenomeni commerciali ce ne passa, ma resta il fatto che oltre all’immagine, la sostanza non latita. Tra i vari David Cook, Adam Lambert, Kris Allen, Kelly Clarkson, tanto per nominare un paio di nomi meritevoli tra rock e pop, uno dei nomi sfornati dall’Idol americano che ad oggi ha saputo crearsi una certa credibilità è senza dubbio Chris Daughtry. Due dischi fino ad ora pubblicati che han venduto milioni di copie negli States, qui in Italia a parte qualche sporadico passaggio radiofonico, un nome sconosciuto ai più. Eppure Daughtry con il suo modern rock dalle melodie radiofoniche ha tutte le carte in regola per fare breccia tra i cuori di chi è cresciuto con l’hard rock e il melodic rock anni ottanta. Triste constatare quanto la “vecchia europa” fatta di appassionati di un certo tipo di musica rock/metal, sia sempre più pigra e si rinchiuda nel solito orticello di nomi sicuri e facili, addirittura lamentandosi che non ci sia più nulla di interessante da ascoltare in giro.

Già approdato in Europa di spalla ai Nickelback all’inizio di questo 2010 (altra band che certi classic rockers farebbero bene a rivalutare), Daughtry torna per un mini-tour europeo, e quale occasione migliore se non allungarsi fino a Zurigo per capire se siamo di fronte al solito fenomeno mediatico d’oltreoceano e poco più?!?  Il pubblico presente al Volkhaus di Zurigo è composto per lo più di teenegers, con un’alta percentuale di ragazze, segno che il buon Chris non piace solo musicalmente. Certo fa un po’ strano avere un quindicenne di fianco a te con Shazam acceso sull’Iphone per riconoscere un pezzo dei Def Leppard (recentemente coverizzati da Daughtry nell’ultimo disco di Santana con “Photograph” per l’appunto) ma tant’è meglio che Daughtry sia il viatico per  far scoprire e conoscere un certo tipo di musica ai giovani d’oggi. L’ora e venti di show si snoda agile tra i pezzi del debutto e “Leave This Town”, con una bella scaletta che alterna brani più sostenuti a ballate, cantante a squarciagola dal pubblico presente. A parte qualche problema di suoni ad inizio show (da non attribuire totalmente al banco mixer come vedremo a breve…), è Chris a farla da padrona. Oltre ad un ottima presenza scenica,  Daughtry è un’autentica forza della natura, con la sua voce cristallina e potente, che non mostra alcun cedimento nel corso di tutto lo show. Discorso differente per la band che l’accompagna, assolutamente inadatta per il tipo di musica proposta, soprattutto quando in studio ti puoi permettere produzioni scintillanti. Da bocciare chitarrista solista e batterista, con un approccio da grezzissima punk band, con suoni sporchi e stecche a go go che rovinano diversi  brani in scaletta tra cui una “Ghost Of Me”, voce a parte, completamente disastrosa! Fortuna che Chris imbraccia la chitarra acustica in “Life After You”, “September”e “Learn My Lesson” e risolleva le sorti di uno show altrimenti indecente a livello esecutivo. Immancabili in scaletta i singoli più famosi “It’s Not Over”ed “Home” ma il colpo di coda nel finale spetta ad un’inaspettata cover di “Rebel Yell”, segno che aldilà delle etichette è sempre il buon classic rock anni ottanta l’essenza di tanto rock spacciato con l’etichetta “modern”. Chris Daughtry è una delle migliori voci rock odierne nel panorama mondiale, nulla da dire.  Detto questo una riflessione sulla stato della musica odierna andrebbe fatta. Laddove una volta c’erano band talentuose che spuntavano fuori dal nulla e diventavano dei fenomeni, oggi il mercato della musica punta sul sicuro. Si cerca il talento e una volta trovato gli si costruisce intorno un fenomeno con Producer  e songwriter di grido. Su disco funziona, peccato che però dal vivo non si scherza, servono dei musicisti di un certo livello, e uno stallone di razza come Daughtry merita dei comprimari di un certo rilievo. In effetti non faticherei ad immaginare il buon Chris Daughtry in una delle tante all star band che vanno di moda oggi, se non tra le file di qualche band famosa…

 

DAUGHTRY, October 11th, Volkhaus, ZURICH

Setlist:

Feels Like Tonight

What I Want

Ghost Of Me

EveryTime You Turn Around

Over You

Life After You

September

Learned My Lesson

Supernatural

No Surprise

You Don't Belong

 

Encore:

It's Not Over

Rebel Yell

Home

 

 

 

 

 

  • Date: August 18, 2010
  • Venue: Festa Radio Onda d'Urto
  • Town: Brescia

 

 [voto: 4]

Brescia, festa Radio Onda d'Urto, una bandiera del St. Pauli, un teschio gigante come sfondo del palco e una batteria che oltre per una serie di buffi pupazzetti risalta per la faccia in bianco e nero di un personaggio sconosciuto che ai più fa domandare: "Chi sarà ?". Il volto bicromatico è, come il batterista Benny Horowitz ci rivela, l'allenatore di Rocky, i pupazzetti sono dei cimeli della famiglia Rosamilia e la band protagonista altro non è che quella formazione proveniente da New Brunswick, New Jersey, che con l'ultimo album sta mietendo successi in ogni parte del mondo. Il 18 Agosto i The Gaslight Anthem hanno invaso il territorio bresciano portando i brani tratti dal terzo album "American Slang". Una valida anteprima per la loro prossima e imperdibile data italiana: Milano, 9 Novembre 2010.

Dopo le performance di due gruppi bresciani, i Van Cleef Continental e i Blake, attorno alle 22 la band è sul palco. Brian Fallon saluta e ringrazia il pubblico, caloroso e numeroso per essere metà Agosto (non pensiate però ai numeri statunitensi e inglesi, purtroppo), cimentandosi con alcune frasi in italiano: una prova non perfetta ma certamente apprezzata da tutti i presenti.
Un attimo di silenzio per impugnare la sua Gibson e coordinarsi con gli altri compagni (Alex Rosamilia alla seconda chitarra, Alex Levine al basso e Benny Horowitz alla batteria), ed ecco che "American Slang" riecheggia e inizia a riscaldare la serata che subito viene infuocata con i due brani successivi: il nuovo singolo "Boxer" e "The Diamond Church Street Choir". Un inizio che presenta la band nel migliore dei modi e fa solo prospettare un grande concerto.
Una scaletta piena e varia: 21 brani provenienti dai tre album "Sink or Swim" (2007), "The 59' Sound" (2008), "American Slang" (2010), a cui si sono aggiunti pezzi come "Wherefore Art Thou, Elvis?"" e "Blue Jeans and White T-Shirt" tratti dal loro EP "Senor and the Queen" (2008) ed un tributo ad una delle loro tante band idolo, i Pearl Jam. Dunque un repertorio di canzoni che ormai permette alla band di avere una scaletta degna, e di mantenere un giusto equilibrio tra presente e passato. I brani celebri che li hanno consacrati nel 2008, come "The 59' Sound", "Great Expectations", "Old White Lincoln" e la potente e amara "Film Noir" si alternano perfettamente ai recenti "Orphans", "Bring it on" e "Spirit of the Jazz" (per citarne alcuni).

Fatto curioso: Brian Fallon ha affidato, per alcuni brani, la sua chitarra ad un "quinto componente", cimentandosi solo nella parte canora. Probabilmente alcuni piccoli problemi legati al suono da correggere, oppure una semplice scelta "artistica". Comunque, per quanto riguarda proprio il suono, ci sono stati pareri diversi. Per chi si trovava a ridosso del palco, il suono non è stato impeccabile (si sentiva poco la potenza della batteria); per il pubblico più distante invece, il suono era semplicemente perfetto, con la voce di Fallon che spiccava nitida e potente sopra l'energia degli strumenti e dei cori.
Il pubblico è un mix tra vecchi e nuovi fan, con l'aggiunta della gente che, presente alla festa, si è lasciata richiamare dalla potenza che riecheggiava ad alto volume. Tutti hanno reagito bene cantando, acclamando i quattro artisti e reclamandoli con forza sul palco dopo il primo break, conclusosi con la differente "Queen of Lower Chelsea" e la schietta "Old Haunts".
Il secondo set, ad esclusione per "State of Love and Trust" dei Pearl Jam, è stato dedicato ai vecchi fan. Infatti brani come "Boomboxes and Dictionair", e le bellissime "Here's looking at you, kids" e "Backseat" hanno concluso un concerto che personalmente mi ha fortemente emozionato ed entusiasmato. E non sono una voce fuori dal coro: molti infatti i giudizi positivi. Unica amarezza: dovrò aspettare tre mesi prima di poterli rivedere dal vivo.

La voce di Fallon (che ho trovato migliorata dall'ultima volta che li avevo sentiti live), con il suo timbro roco, pieno e caldo ti catapulta con tutta la sua forza nell'anima e nei testi dei singoli brani, le chitarre e i bassi ti accompagnano nella profondità del loro sound e la batteria sembra quasi estrapolarne il battito. Non puoi non esserne catturato. Non puoi non lasciarti prendere dal ritmo e da quei cori che danno corpo ai brani. Decisamente una di quelle band che sarebbe bello poter ascoltare in un locale più piccolo ed intimo così da respirarne appieno l'anima. Comunque anche in uno spazio esteso come quello del palco di Brescia hanno saputo trasmettermi quella stessa magia. Mi hanno ipnotizzata per tutta la durata del concerto.
Il lungo tour che li aspetta potrà solo migliorarli ancora di più. Semplici e spontanei, lavoratori con doti artistiche non indifferenti, una grande conoscenza musicale alle spalle e una incredibile voglia di suonare e portare la loro musica dritta al cuore dei loro fan: un mix di caratteristiche vincenti. E il loro successo, fortemente meritato, ne è la prova più evidente.

 

 

Band:

Brian Fallon - lead vocals, guitars
Alex Rosamilia - guitars
Alex Levine - bass
Benny Horowitz - drums
 

Setlist:

01. American Slang
02. Boxer
03. The Diamond Church Street Choir
04. Old White Lincoln
05. Even Cowgirls Get The Blues
06. The '59 Sound
07. We Came To Dance
08. Film Noir
09. The Spirit Of Jazz
10. Bring It On
11. Miles Davis And The Cool
12. Blue Jeans & White T-Shirts
13. Orphans
14. Wherefore Art Thou, Elvis?
15. The Queen Of Lower Chelsea
16. Old Haunts
17. Great Expectations
ENCORE
18. Boomboxes and Dictionaries
19. Senor And The Queen
20. State Of Love And Trust
21. Here's Lookin' At You, Kid
22. The Backseat

 

 

 

ROONEY - EUREKA lunedì, 2 agosto 2010 13:38 by maxare
 

 

  • Release Date: June 8, 2010
  • Label: California Dreaming Records
  • Producer: Rooney

 

  • Style: Pop Rock, Powerpop
  • Related bands: The Beatles, The Click Five, The Beach Boys, Weezer

[voto: 3.5][EN]

Intro
Little "power" and a lot of "pop" are included in the come back of the "When Did Your Heart Go Missing"’s band.

Best tracks
Holdin’ On, Not In My House, Don’t Look At Me, The Hunch

Notes
When I first listened to this new CD I was very disappointed from the overall album.
What I enjoyed from the first two albums seemed to have disappeared: (almost) no more sparkling songs accompanied by simple but memorable arrangements of keyboards and electric guitar, inspired by 70s and 80s sounds. The melodic and energetic songs of the last EP "Wild One" were just a beautiful memory.
Since the first single "I Can not Get Enough" I was unhappy, in fact I find it is one of the less successful pieces.
Finally, after many listenings to "Eureka", I concluded that, although it is not up to the Californian band previous production, we are facing a more than pleasant record.
Schwarzman and company certainly know their stuff when it comes to composing melodies that leave a mark, just hear the opener "Holdin 'On" or "Don’t Look At Me”.
The album as a whole is much more laid back and sunny than the previous ones, acoustic atmospheres and vocal melodies that bring to mind the Beatles, the Beach Boys and more generally the Westcoast bands of the 60s, are the leitmotif of almost the entire platter.
A slightly different trend comes thank to "The Hunch”, sung by drummer Ned Brower, the Billy Joel inspired "Go On" and "Not In My House" where peeps out the spirit of Marc Bolan.
Not Rooney’s best but a good job indeed.

 

Band

  • Robert Schwarzman – lead vocals, rhythm guitar
  • Ned Brower – drums, vocals
  • Taylor Locke - guitars
  • Matthew Winter - bass
  • Louie Stephens - keyboards

 

Tracklist

  • 01. Holdin’ On   4:07
  • 02. I Can’t Get Enough   3:06
  • 03. Only Friend   3:51
  • 04. Into The Blue  3:33
  • 05. All Or Nothing   3:55
  • 06. The Hunch   2:30
  • 07. I Don’t Wanna Lose You   3:10
  • 08. Stars And Stripes   4:00
  • 09. Go On   3:20
  • 10. You’re What I’m Looking For   3:37
  • 11. Not In My House  3:29
  • 12. Don’t Look At Me   3:59 

 

Discography

  • Rooney (2003 Geffen)
  • Calling The World (2007 Geffen)
  • Wild One EP (2009 Independent release)
  • Eureka (2010 California Dreaming Records)

 

Suggested links

 

ROONEY - EUREKA lunedì, 2 agosto 2010 13:26 by maxare
 

 

  • Release Date: June 8, 2010
  • Label: California Dreaming Records
  • Producer: Rooney

 

  • Style: Pop Rock, Powerpop
  • Related bands: The Beatles, The Click Five, The Beach Boys, Weezer

[voto: 3.5][EN]

Intro
Poco “power” e molto “pop” nel come back della band di “When Did Your Heart Go Missing”.

Best tracks
Holdin’ On, Not In My House, Don’t Look At Me, The Hunch

Notes
Al primo ascolto di questo nuovo CD sono rimasto oltremodo deluso dall’andamento globale dell’album.
Quello che mi aveva fatto apprezzare i primi due album pareva essere scomparso: niente più (o quasi) frizzanti canzoni accompagnate da semplici ma memorabili arrangiamenti di tastiere e chitarre elettriche ispirati da sonorità a cavallo tra i ‘70 e gli ‘80. I melodici ma energici brani contenuti nell’ultimo EP “Wild One” erano solo un bel ricordo.
Già dal primo singolo “I Can’t Get Enough” sono rimasto scontento, infatti lo trovo uno dei pezzi meno riusciti.
Alla fine, ascoltando e riascoltando “Eureka”, sono giunto alla conclusione che, pur essendo inferiore alla precedente produzione della band californiana, siamo davanti a un disco più che gradevole.
Schwarzman e compagni sanno sicuramente il fatto loro quando si tratta di comporre melodie che lasciano il segno, vi basti ascoltare l’opener “Holdin’ On” o “Don’t Look At Me”.
L’album nel suo complesso è molto più rilassato e solare dei precedenti, atmosfere acustiche e melodie vocali che portano alla mente Beatles, Beach Boys e più in generale i gruppi WestCoast degli anni ’60, sono il leitmotiv di quasi tutto il platter.
A variare leggermente la tendenza del CD, ci sono “The Hunch”, se non altro perché cantata dal batterista Ned Brower, la billyjoeliana “Go On” e “Not In My House” in cui fa capolino lo spirito di Marc Bolan.
Non è il meglio dei Rooney ma rimane un buon lavoro, ad essere sinceri.

 

Band

  • Robert Schwarzman – lead vocals, rhythm guitar
  • Ned Brower – drums, vocals
  • Taylor Locke - guitars
  • Matthew Winter - bass
  • Louie Stephens - keyboards

 

Tracklist

  • 01. Holdin’ On   4:07
  • 02. I Can’t Get Enough   3:06
  • 03. Only Friend   3:51
  • 04. Into The Blue  3:33
  • 05. All Or Nothing   3:55
  • 06. The Hunch   2:30
  • 07. I Don’t Wanna Lose You   3:10
  • 08. Stars And Stripes   4:00
  • 09. Go On   3:20
  • 10. You’re What I’m Looking For   3:37
  • 11. Not In My House  3:29
  • 12. Don’t Look At Me   3:59 

 

Discography

  • Rooney (2003 Geffen)
  • Calling The World (2007 Geffen)
  • Wild One EP (2009 Independent release)
  • Eureka (2010 California Dreaming Records)

 

Suggested links

 

JUST JINJER - JUST JINJER mercoledì, 28 luglio 2010 17:30 by amaranth

 

  • Release Date: Jan 10, 2010
  • Label: Curb
  • Producer: Michael Lloyd / Ard Matthews

 

  • Style: Modern Melodic Rock
  • Related bands: U2, Vertical Horizon, Jeff Buckley

[Voto:4.00]

Intro
E se la nuova frontiera del rock fosse l'emisfero australe?

Best tracks
Time Of Your Life, What He Means, Steady, Home

Notes
Lo sostengo da anni, se vogliamo ascoltare quanto di meglio la musica Rock ci può offrire oggi, bisogna rivolgersi a band minori, meglio se provenienti da paesi lontani dall’asse anglo/americano/europeo. Nell’anno dei mondiali di calcio in Sudafrica, la vera rivelazione musicale di questo paese (per noi di weChameleon, altri vi avranno pompati a dismisura i The Parlotones) sono senza ombra di dubbio i Just Jinjer. Non è nè la prima nè l’ultima band interessante proveniente dall’emisfero australe, ricordo con piacere l’originalità dei Tribe After Tribe di Robbi Robb, o ancora in là nel tempo il prog/pomp degli Stingray, e per guardare al futuro all'orizzonte c'è il debutto, con tanto di produzione a cura del navigato Kevin Shirley, dei promettenti Prime Circle. I Just Jinjer sono un trio già attivo dalla metà degli anni novanta, con una folta discografia e un successo di vendite nel paese di origine con 250mila copia vendute. Emigrati prima in UK e ora in California si accasano oggi sotto la Curb Records e ri-editano il loro ultimo full-length album del 2006 aggiungendo una manciata di inediti per farne una release internazionale. Una ghiotta occasione per chi ama questo tipo di sonorità, un rock melodico a cavallo tra post grunge e frequenze modern, con canzoni che fanno perno su melodie mai stucchevoli o edulcorate. Seppur lo stile non sia originalissimo, i Just Jinjer hanno un approccio caldo a queste sonorità, figlio di un background culturale e sociale non proprio “convenzionale”, che si esplica in una sensibilità non solo sonora, ma fatta anche di liriche impegnate, che trasudano spiritualità, cantate dal bravissimo Ard Matthews, dotato di un timbro caldo e passionale. Personalità e canzoni ispirate, da ascoltare a tutto spiano, per una band tutta da scoprire, valida alternativa alle nuove proposte che spuntano come funghi dagli States o dall'Inghilterra spacciate come irrinuciabili new sensation. Austral Soul Rock.


Band

  • Ard Matthews (vocals, acoustic guitar)
  • Brent Harris (drums, vocals),
  • Denholm Harding (bass, vocals)


Tracklist

  • 01. Steady (4:06)
  • 02. Home  (3:44)
  • 03. Time Of Your Life (3:30)
  • 04. Can I Have More (3:43)
  • 05. She Knows (4:05)
  • 06. Milk & Honies (3:04)
  • 07. What He Means (4:47)
  • 08. Till I’m Done (3:37)
  • 09. The Spy Who Gave A Damn (4:05)
  • 10. Shine On You (3:56)
  • 11. Subject (4:37)
  • 12. Safer (3:46)
  • 13. Take Me There (4:50)

 

Discography

  • All Comes Round (1997)
  • Something for Now (1998)
  • Here's to You (1999)
  • Strange World (2000)
  • Greatest Hits (2001)
  • Bootleg Album (2004)
  • Just Jinjer (2006, Colossal)
  • Milk & Honies EP (2009, Curb)
  • Just Jinjer (International release) (2010, Curb)

 

Suggested links

H.E.A.T – FREEDOM ROCK + H.E.A.T martedì, 27 luglio 2010 13:24 by maxare
 

 

  • Release Date: April 21 (Jap.) – May 28th (Europe),  2010
  • Label: Avalon (Jap.), earMusic (Eu.)
  • Producer: Michael Vail Blum

 

  • Style: AOR, Melodic Rock, Hard Rock
  • Related bands: Europe, Treat, Toto, Giant

[voto: 3.75]

Intro
Second album for the young Swedish rockers, who deliver another good record.

Best tracks
Who Will Stop The Rain, Beg Beg Beg, Black Night, Shelter, Stay, Everybody Wants To Be Someone

Notes
Unfortunately, a few weeks after that "Freedom Rock" was released in Europe, departure of singer Kenny Leckremo has been made official. He has been an important player for the sound of one of the best bands of the genre that emerged in recent years.
But ... "the show must go on", so the remaining five components are already looking for their new frontman (I would like to see Erik Martensson of Eclipse, who already fronted H.E.A.T at Firefest 2008, replacing Kenny Leckremo who had been hospitalized).
Speaking about the disc, I must start by saying that the self-titled debut album released two years ago was one of the nicest surprises in years, in my opinion. Songs were not that original, sure, but they had the right melodies and the hooks to enter the heads and the hearts of the few but loyal melodic rock fans.
It was not easy, therefore, to perform again at the same level but I can not say they have not tried.
Many are the songs that will fit into my "best of" of 2010, but there are also a few fillers too; it is a crime that a wonderful song like "Tonight" is included only in the Japanese release, when it could have properly replaced a filler (eg. "Danger Road" or "High On Love").
At last, the choice to release "Freedom Rock" in a double CD package accompanied by their debut album (the second edition with "1000 Miles") for the price of a single CD is to reward.
Go out and buy this CD soon!

 

Band

  • Crash: drums
  • Kenny Leckremo: vocals
  • Eric Rivers: guitar
  • Dave Dalone: guitar
  • Jona Tee: keyboards
  • Jimmy Jay: bass

 

Tracklist

CD1 "Freedom Rock"

  • 01. We're Gonna Make It To The End   (Crash) 4:10
  • 02. Black Night (ft. Tobias Sammet)   (Dalone, Tee, Leckremo) 4:01
  • 03. I Can't Look The Other Way   (Jay) 4:14
  • 04. Shelter   (Tee) 3:28
  • 05. Beg Beg Beg   (Dalone, Tee, Leckremo) 3:01
  • 06. Danger Road   (Dalone, Tee, Leckremo) 2:59
  • 07. Stay   (Tee) 3:24
  • 08. Everybody Wants To Be Someone (Dalone, Tee) 3:32
  • 09. Nobody Loves You (Like I Do)   (Dalone, Leckremo) 2:55
  • 10. I Know What It Takes   (Dalone, Tee, Leckremo) 3:03
  • 11. Cast Away   (Rivers, Leckremo) 4:04
  • 12. High On Love   (Dalone) 2:27
  • 13. Who Will Stop The Rain   (Dalone, Tee, Leckremo) 4:08

CD2 "H.E.A.T"

  • 01. Intro   0:20
  • 02. 1000 Miles   (Stenmarck, Jarl) 2:57
  • 03. There For You   (H.E.A.T) 3:29
  • 04. Never Let Go   (Dalone, Tee) 3:11
  • 05. Late Night Lady   (Dalone, Tee, Leckremo) 3:15
  • 06. Keep On Dreaming   (Dalone, Tee) 4:12
  • 07. Follow Me   (Dalone, Tee, Leckremo) 4:08
  • 08. Straight For Your Heart   (Dalone, Jay) 3:27
  • 09. Cry   (Dalone, Tee) 4:23
  • 10. Feel It Again   (Leckremo, Crash) 3:27
  • 11. Straight Up   (Dalone, Leckremo, Crash) 4:21
  • 12. Bring The Stars   (Dalone, Tee) 3:35
  • 13. You're Lying   (Dalone, Tee) 3:18
  • 14. Feel The Heat   (Leckremo) 3:56
  • 15. 1000 Miles (USA Extended Mix)   (Stenmarck, Jarl) 4:10

 

Discography

  • H.E.A.T (2008 StormVox)
  • Freedom Rock + H.E.A.T (2010 earMusic)

 

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H.E.A.T – FREEDOM ROCK + H.E.A.T martedì, 27 luglio 2010 12:29 by maxare
 

 

  • Release Date: April 21 (Jap.) – May 28th (Europe),  2010
  • Label: Avalon (Jap.), earMusic (Eu.)
  • Producer: Michael Vail Blum

 

  • Style: AOR, Melodic Rock, Hard Rock
  • Related bands: Europe, Treat, Toto, Giant

[voto: 3.75][EN]

Intro
Secondo album per i giovanissimi rocker svedesi, i quali pubblicano un altro buon lavoro.

Best tracks
Who Will Stop The Rain, Beg Beg Beg, Black Night, Shelter, Stay, Everybody Wants To Be Someone

Notes
Purtroppo, a poche settimane dall'uscita europea di questo "Freedom Rock", è stato ufficializzato l'abbandono della band da parte del cantante Kenny Leckremo, sicuramente una pedina importante per il sound di una delle migliori band del genere nate negli ultimi anni.
Ma…"the show must go on", così i restanti cinque componenti sono già alla ricerca del nuovo frontman (ci vedrei bene Erik Martensson degli Eclipse, che già si esibì con gli H.E.A.T al Firefest 2008, loro debutto internazionale, sostituendo all'ultimo un Kenny Leckremo ospedalizzato).
Venendo al disco, devo premettere che l'omonimo debutto di due anni fa è stata una delle più belle sorprese degli ultimi anni, per il sottoscritto. Canzoni certamente non originali ma che possedevano le melodie giuste e il tiro adatto per entrare nella testa e nel cuore dei pochi ma fedelissimi appassionati di melodic rock.
Non era facile, dunque, ripetersi agli stessi livelli ma non posso dire che gli non ci abbiano provato.
Diverse le canzoni che entreranno nel mio "best of" del 2010, però ci sono anche un paio di filler di troppo; peccato poi, che "Tonight" sia uscita solo nella versione giapponese dell'album, avrebbe potuto sostituire degnamente un brano meno riuscito (ad es. "Danger Road" o "High On Love").
Da premiare, infine, la scelta di far uscire "Freedom Rock" in doppio CD accompagnato dall'album di debutto (nella seconda edizione con "1000 Miles") al prezzo di un singolo CD.

 

Band

  • Crash: drums
  • Kenny Leckremo: vocals
  • Eric Rivers: guitar
  • Dave Dalone: guitar
  • Jona Tee: keyboards
  • Jimmy Jay: bass

 

Tracklist

CD1 "Freedom Rock"

  • 01. We're Gonna Make It To The End   (Crash) 4:10
  • 02. Black Night (ft. Tobias Sammet)   (Dalone, Tee, Leckremo) 4:01
  • 03. I Can't Look The Other Way   (Jay) 4:14
  • 04. Shelter   (Tee) 3:28
  • 05. Beg Beg Beg   (Dalone, Tee, Leckremo) 3:01
  • 06. Danger Road   (Dalone, Tee, Leckremo) 2:59
  • 07. Stay   (Tee) 3:24
  • 08. Everybody Wants To Be Someone (Dalone, Tee) 3:32
  • 09. Nobody Loves You (Like I Do)   (Dalone, Leckremo) 2:55
  • 10. I Know What It Takes   (Dalone, Tee, Leckremo) 3:03
  • 11. Cast Away   (Rivers, Leckremo) 4:04
  • 12. High On Love   (Dalone) 2:27
  • 13. Who Will Stop The Rain   (Dalone, Tee, Leckremo) 4:08

CD2 "H.E.A.T"

  • 01. Intro   0:20
  • 02. 1000 Miles   (Stenmarck, Jarl) 2:57
  • 03. There For You   (H.E.A.T) 3:29
  • 04. Never Let Go   (Dalone, Tee) 3:11
  • 05. Late Night Lady   (Dalone, Tee, Leckremo) 3:15
  • 06. Keep On Dreaming   (Dalone, Tee) 4:12
  • 07. Follow Me   (Dalone, Tee, Leckremo) 4:08
  • 08. Straight For Your Heart   (Dalone, Jay) 3:27
  • 09. Cry   (Dalone, Tee) 4:23
  • 10. Feel It Again   (Leckremo, Crash) 3:27
  • 11. Straight Up   (Dalone, Leckremo, Crash) 4:21
  • 12. Bring The Stars   (Dalone, Tee) 3:35
  • 13. You're Lying   (Dalone, Tee) 3:18
  • 14. Feel The Heat   (Leckremo) 3:56
  • 15. 1000 Miles (USA Extended Mix)   (Stenmarck, Jarl) 4:10

 

Discography

  • H.E.A.T (2008 StormVox)
  • Freedom Rock + H.E.A.T (2010 earMusic)

 

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