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- Date: June 13, 2010
- Venue: O2 Arena
- Town: London, U.K.
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[voto: 4][EN]
Londra vale sempre una visita, a maggior ragione quando in ballo c'è un concerto dei Bon Jovi. Inutile nascondere che si tratta di una delle band che più amo ma penso di essere obiettivo affermando che uno show della band del New Jersey ripaghi pienamente il costo del biglietto.
Certo, se poi si ha anche la fortuna di incontrare Jon Bon Jovi, Hugh McDonald e Bobby Bandiera in giro per la città, si aggiunge quel valore in più che mi ha permesso di rimanere calmo all'annuncio che il volo di ritorno avrebbe subito un ritardo di tre ore e mezza.
L'O2 Arena, terminata nel 2007, è un luogo perfetto per i concerti, niente a che vedere con quanto abbiamo a disposizione in Italia: è un vero e proprio parco commerciale con decine di ristoranti, bar e persino il British Music Experience, museo dedicato alla storia della musica nel Regno Unito. Purtroppo non c'è il tempo di visitarlo e quindi mi dirigo presto verso l'arena. I posti non sono dei migliori, nella prima fila del quarto livello, però sono perfetti per farmi valutare l'imponenza del luogo, tanto da aver bisogno di qualche minuto per abituarmi all'altezza.
Il gruppo di spalla, che ha iniziato con circa trenta minuti di anticipo, è una band londinese con all'attivo un album pubblicato nel 2009, si chiamano New Device e suonano un hard rock vigoroso con buone dosi di melodia. Dal vivo sono davvero bravi e una menzione particolare va alla voce del cantante, Daniel Leigh, il quale non ha perso un solo colpo. Nella mezzora loro concessa hanno dato tutto ed eseguito i pezzi migliori del loro CD "Takin' Over", tra cui la title track, "In The Fading Light" e "Seven Nights, Seven Bodies".
Dopo l'intervallo, alle 20 si spengono le luci e quindi, anche i Bon Jovi, inspiegabilmente, iniziano con trenta minuti di anticipo, facendo così perdere le prima quattro canzoni ad alcuni amici (e a parecchia altra gente) rimasti bloccati nel traffico londinese.
L'attacco della quinta (su dodici) serata in qualità di "residency artist" dell'O2 non è dei migliori: "Last Man Standing" è una canzone che mi piace molto ma dal vivo non mi ha mai soddisfatto, l'ho trovata sempre troppo spompa.
Con la successiva "We Weren't Born To Follow", i sei musicisti si rifanno immediatamente, scaldando a dovere la platea che esplode definitivamente con il grande classico "You Give Love A Bad Name" cantato a squarciagola dai circa ventimila spettatori.
La formazione presente in questa data è atipica, infatti il tastierista David Bryan non è presente sul palco; solo belle notizie per lui che è volato a New York per ritirare ben quattro Tony Awards vinti con il suo musical "Memphis". Al suo posto c'è l'ottimo Jeff Kazee, tastierista degli Asbury Jukes di Southside Johnny e già membro live dei Bon Jovi nel tour di "Have A Nice Day".
Inoltre, per la seconda tournée consecutiva c'è Bobby Bandiera alla seconda chitarra, anch'egli in prestito dalla band di Southside Johnny.
La scaletta non soddisfa tutti i presenti ma i Bon Jovi hanno scritto talmente tante canzoni di successo che è difficile accontentare tutti; però la mancanza di brani come "Have A Nice Day", "I'll Be There For You", "Just Older" o "Runaway" si fa sentire.
Certo che, rispetto a quanto dichiarato prima del debutto del "The Circle" Tour (cioè che avrebbero eseguito molte canzoni che da tempo erano fuori dal set-list), di grosse sorprese non ce ne sono state.
Il set scorre tra hit vecchie e nuove, mantenendo l'audience calda ed estasiata e quando arriva il turno della storica "Bad Medicine", c'è il primo momento di gloria per Bobby Bandiera il quale viene chiamato al centro del palco per eseguire la cover di "Oh, Pretty Woman" che prende il posto della storica "Shout" ma che non regge minimamente il confronto in quanto risulta completamente slegata dall'hit di "New Jersey". Quello che mi chiedo è perché debbano per forza suonarla in medley con altre canzoni!
Per la successiva "Lay Your Hands On Me" è finalmente Richie Sambora a prendersi le luci della ribalta, cantandola con la sua voce bluesy per dare qualche minuto di respiro a Jon che, quando rientra in scena, si spinge in un palchetto leggermente più centrale nel parterre per cantare "(You Want To) Make A Memory" e "Bed Of Roses". Poi, raggiunto da Richie, Tico e Jeff, sfoga il lato più intimistico e acustico della band con "Something For The Pain" e "Someday I'll Be Saturday Night".
Da lì in poi lo show torna alla "normalità" con Jon che gigioneggia e giganteggia sul palco dimostrandosi uno dei frontmen più in forma degli ultimi anni.
Una scatenata "Keep The Faith" conclude di fatto la parte regolare dello show e dopo pochissimi minuti di pausa la band torna sul palco per eseguire un trittico esplosivo: "In These Arms" (ancora una volta con assolo di Bobby), "Wanted Dead Or Alive" e "Livin' On A Prayer", finale perfetto per far perdere definitivamente la voce al pubblico!
I Bon Jovi sono in ottima forma e Jon ha cantato benissimo senza sbavature, pare che più passino gli anni e più riesca a cantare meglio dal vivo.
La speranza, che si sa, non muore mai, è che per il prossimo anno estendano il tour anche in Europa e, perché no, in Italia, dove gli ultimi due concerti, Padova 2001 e Imola 2003, hanno lasciato l'amaro in bocca a diversi fan.
Setlist:
01. Last Man Standing
02. We Weren't Born To Follow
03. You Give Love A Bad Name
04. Whole Lot Of Leavin'
05. Born To Be My Baby
06. Lost Highway
07. Superman Tonight
08. When We Were Beautiful
09. Captain Crash & The Beauty Queen From Mars
10. We Got It Going On
11. Bad Medicine / Oh, Pretty Woman
12. Lay Your Hands On Me (lead vocals by Richie Sambora)
13. (You Want To) Make A Memory
14. Bed Of Roses
15. Something For The Pain
16. Someday I'll Be Saturday Night
17. I'll Sleep When I'm Dead
18. It's My Life
19. Work For The Working Man
20. Who Says You Can't Go Home
21. Keep The Faith
ENCORE:
22. In These Arms
23. Wanted Dead Or Alive
24. Livin' On A Prayer