CHASEN - THAT WAS THEN, THIS IS NOW sabato, 13 marzo 2010 17:00 by madseason

chasen that was then this is now front cover

  • Release Date: 9 Marzo 2010
  • Etichetta: INO Records - Columbia Sony
  • Produttore: Rob Hawkins
  • Mixing engineer: Ainslie Grosser

 

  • Chasen Callahan – lead vocals, guitar
  • Evan Silver – guitar, background vocals
  • Jared Barber – bass, background vocals
  • Aaron Lord – drums

[voto: 4]

Ci vorrebbe una bella carrettata di faccine sorridenti per descrivere la qualità di questo disco: varrebbero sicuramente più delle parole che sto per scrivere.

I Chasen vengono da Greenville, città di 50.000 anime della Carolina del Sud, e sono al loro esordio per la INO Records, etichetta di Nashville specializzata in CCM (Contemporary Christian Music), che gode dei canali di distribuzione della Sony.
Incidere per la INO vuol dire avere compagni di etichetta di successo come MercyMe, Decyfer Down, 33Miles, Building 429, The Afters, P.O.D., Stellar Kart e Flyleaf ma, credetemi, i Chasen non hanno nulla da invidiare a questi signori.

Intendiamoci, quello di Callahan e soci è pop rock, niente di rivoluzionario o particolarmente originale. No, pop rock e basta. Però lo sanno fare bene. Fottutamente bene (ok, non dovrei usare queste espressioni con un gruppo cristiano...). E con personalità e convinzione dei propri mezzi.
Basta ascoltare l'opener "Castaway", costruita su un trascinante riff di tastiere che, con il contributo delle chitarre e di una sezione ritmica pulsante, ci porta subito in territori da arena rock. Oppure il primo singolo, "On And On", con la sua bella trama acustica su cui si stende una linea melodica semplice ma avvincente, perfetta per i passaggi radio.

Il cantante e songwriter Chasen Callahan non fa nulla per nascondere il proprio credo nei testi delle dieci canzoni, ma il buon gusto ed il sound di derivazione secolare del gruppo diluiscono l'attitudine alla predica tipica di band di questo genere, rendendo le composizioni assolutamente digeribili anche a chi nutre diffidenza nei confronti del rock cristiano.

E d'altronde sarebbe un crimine rinunciare per "questioni di fede" a piccole gemme come la piano driven "Leave You Alone" o la hansoniana "One In A Million" .
Per non parlare dell'energica "Bullet", un anthem dal gran tiro e dalla costruzione squisita, o della oltremodo catchy "Eyes Of A Rescue", che non sfigurerebbe nel repertorio degli Switchfoot.

Mi fermo qui, le altre tracce scopritele voi dopo aver acquistato "That Was Then, This Is Now", un album che sarà tra i migliori del suo genere nel 2010.

Tracklist di That Was Then, This Is Now

  • 01. Castaway   3:13
  • 02. Love In Your Name   2:59
  • 03. On And On   3:36
  • 04. Leave You Alone   3:29
  • 05. Airplanes   3:42
  • 06. One In A Million   2:46
  • 07. Bullet   3:10
  • 08. Eyes Of A Rescue   3:17
  • 09. Slow Down   3:57
  • 10. There Is Love   4:01


Discografia dei Chasen

  • Another Way Of Life (2006 Independent Release)
  • Shine Through The Stars (2008 OMG Records)
  • That Was Then, This Is Now (2010 INO Records - Columbia)


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VV.AA. - ALMOST ALICE giovedì, 11 marzo 2010 13:55 by maxare

almost alice

  • Release Date: 2 Marzo 2010
  • Etichetta: Buena Vista

[voto: 4]

 

 

 

 

 

Iniziamo subito precisando che "Almost Alice" non è la colonna sonora dell’ultimo blockbuster di Tim Burton "Alice In Wonderland", ma una raccolta di inediti semplicemente ispirati alle avventure di Alice raccontate su carta da Lewis Carroll.

Solo una canzone è presente nel film ed è "Alice" di Avril Lavigne, il primo singolo estratto da questo CD e di cui è stato prodotto anche un bel video con diversi riferimenti alla stessa pellicola (Video della Settimana su queste pagine, poco tempo fa). E’ un brano molto ispirato e intenso; pare che Avril abbia messo da parte le divagazioni bambinesche (ma divertenti) dell’ultimo CD e sia tornata ad un sound più introspettivo, in linea con quello del secondo album "Under My Skin".

Tutte le canzoni della raccolta, eccetto due, sono inediti scritti per l’occasione; la prima delle due eccezioni è un brano già presente nella versione animata da Walt Disney nel 1951 delle storie di Alice: "Very Good Advice" è qui interpretata da Robert Smith, leader dei Cure, il quale con la sua stralunata voce, la prende e ne restituisce una versione trasognata e bislacca, trasformando la protagonista in una Alice in veste dark. Il secondo brano non inedito è interpretato da Grace Potter And The Nocturnals, i quali coverizzano, senza stravolgerla, la lisergica "White Rabbit", storico inno hippy dei Jefferson Airplane, all'epoca interpretato da molti come un invito all'utilizzo di droghe.

Il resto dell'album alterna artisti mainstream ad altri più di culto o in fase di maturazione. Di questi ultimi segnalo l'ottima "The Technicolor Phase" della electropop one-man band Owl City, quasi dei Buggles del nuovo millennio; o ancora i Metro Station, composti dai fratelli di Miley Cyrus e Mitchell Musso (protagonisti di "Hannah Montana"), i quali con "Where's My Angel" offrono un catchy electropop ballabile.

La band pop punk All Time Low esegue la decisa semi-ballad "Painting Flowers", mentre i Motion City Soundtrack offrono un ottimo power pop dal sapore acustico con "Always Running Out Of Time". "Follow Me Down" dei 3OH!3 ft. Neon Hitch (co-autrice del successo "Blah Blah Blah" della nuova stella del pop Kesha) è stato pubblicato come secondo singolo con scarso successo. Infine, la popstar estone Kerli è presente in ben due brani (staranno mica cercando di lanciarla negli USA?!): il primo è un duetto con i Tokio Hotel in una canzone scritta da Andreas Carlsson e Desmond Child, "Strange", un bell’anthem dal flavour vagamente gotico; la seconda canzone è il divertente pop dance "Tea Party", uscito come terzo singolo della compilation.

Dal lato "artisti noti" abbiamo i Plain White T’s che presentano "Welcome To Mystery", brano che evoca atmosfere magiche e rende bene l’idea del mondo immaginato da Lewis Carroll; "The Poison" dei The All-American Rejects, invece, esula dallo standard della band ed è divisa in due parti: inizia come una bellissima ballad pop-folk e tutto d’un tratto diventa una marcia inquietante e malsana.

Mark Hoppus dei Blink-182 e Pete Wentz dei Fall Out Boy si alleano nella discreta emo-song "In Transit": da personaggi di questo calibro ci si deve aspettare di meglio. I Franz Ferdinand si esibiscono in un brano piuttosto particolare: "The Lobster Quadrille" è la loro personale versione dark di un brano da cartone animato, operazione riuscita in pieno.

La traccia degli Shinedown "Her Name Is Alice" è una ballad dall’atmosfera maligna con pianoforte e voce di Brent Smith (più hetfieldiano che mai) in bella evidenza.

Last but not least, gli australiani Wolfmother che attaccano con un riff settantiano la loro "Fell Down A Hole", una delle canzoni migliori di questa band.

Magari nessuna di queste canzoni entrerà tra i classici del rock, ma devo ammettere che l’ascolto ripetuto dell’album non mi ha stancato anzi, mi ha divertito e spesso trasportato mentalmente nel paese delle meraviglie, tra bianconigli e cappellai matti. Mediamente la qualità è piuttosto alta e anche i pezzi più pop, pur adolescenziali, sono piacevoli da ascoltare.

Se siete tra coloro i quali pensano che la musica debba seguire sempre uno scopo più "alto" che non sia solo quello di intrattenere e divertire, ebbene, state alla larga da questa compilation; altrimenti, entrate in questo mondo incantato e …enjoy!

 

Tracklist di Almost Alice

  • 01. Avril Lavigne "Alice"   3:35 
  • 02. The All-American Rejects "The Poison"   3:53 
  • 03. Owl City "The Technicolor Phase"   4:27 
  • 04. Shinedown "Her Name Is Alice"   3:38 
  • 05. All Time Low "Painting Flowers"   3:25 
  • 06. Metro Station "Where's My Angel"   3:39 
  • 07. Tokio Hotel and Kerli "Strange"   3:51 
  • 08. 3OH!3 featuring Neon Hitch "Follow Me Down"   3:23 
  • 09. Robert Smith "Very Good Advice"   2:58 
  • 10. Mark Hoppus with Pete Wentz "In Transit"   4:02 
  • 11. Plain White T's "Welcome to Mystery"   4:28 
  • 12. Kerli "Tea Party"   3:29 
  • 13. Franz Ferdinand "The Lobster Quadrille"   2:08 
  • 14. Motion City Soundtrack "Always Running Out of Time"   3:00 
  • 15. Wolfmother "Fell Down a Hole"   5:04 
  • 16. Grace Potter and the Nocturnals "White Rabbit"   3:21


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brothers at sea this is a redemption melody front cover

  • Release Date: 25 Febbraio 2010
  • Etichetta: Independent Release
  • Produttore: Kyle Black
  • Mixing engineer: Kyle Black

 

  • Carson Leith - vocals, guitar
  • Landon Maslyn - guitar, vocals
  • Jason Leith - keyboards, piano
  • Logan Post - bass
  • Hayden Coplen - drums

[voto: 3.5]
Carson, Landon, Jason, Logan e Hayden sono 5 amici losangeleni di neanche vent'anni che con "This Is A Redemption Melody" sono già alla seconda prova in studio, dopo il mini "Giants & Orphans" uscito sotto il monicker di Sun From Shadow due anni fa.

Quello che sorprende dei Brothers At Sea è come, nonostante la giovanissima età ed una identità musicale non ancora pienamente compiuta, siano in grado di comporre brani maturi, costruiti con abilità e confidenza nei propri mezzi, con arrangiamenti che la maggior parte delle band di liceali possono solo sognarsi.

Il sound del gruppo si muove su coordinate alternative rock e piano pop rock, con un debito da pagare a gruppi come Jimmy Eat World, The Fray, Jack's Mannequin e Better Than Ezra.

Personalmente ho un debole per il rock pulsante di "On My Shoulder" e per la delicata e bucolica "Sad Freedom", ma tutte e 5 le tracce che compongono questo ep hanno valore.
E considerato che i Brothers At Sea mettono a disposizione "This Is A Redemption Melody" per il download gratuito, l'imperativo diventa d'obbligo: scaricatelo!

 

Tracklist di This Is A Redemption Melody

  • 01. For Being Brave   03:38
  • 02. The Atlantic   03:45
  • 03. On My Shoulder   03:23
  • 04. Sun In Her Eyes   03:33
  • 05. Sad Freedom   04:34


Discografia dei Brothers At Sea

  • Giants & Orphans (2008 Independent Release) come Sun From Shadow
  • This Is A Redemption Melody (2010 Independent Release)


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ART OF CHAOS - DREAMS ep domenica, 7 marzo 2010 20:36 by madseason

art of chaos dreams front cover

  • Release Date: 16 Febbraio 2010
  • Etichetta: Art Of Chaos
  • Produttore: Lee Miles

 

  • Brian Torres - vocals, guitar, bass, drums


[voto: 3.5]

 

 

 

Gli Art Of Chaos sono una rock band di Los Angeles che ha alle spalle un paio di EP e un full length indipendenti usciti tra il 2005 e il 2007.
Parlare di gruppo è forse un po' improprio, considerate le defezioni che hanno trasformato, sul finire del 2008, gli AoC in una one-man band in cui il cantante Brian Torres si occupa anche di tutti gli strumenti e del songwriting.

E' Brian stesso che ci spiega perchè ha ritenuto opportuno continuare la sua carriera artistica mantendendo l'attuale monicker: "Art of Chaos riflette la volontà di trovare la forza per continuare nel tuo lavoro. C'è ancora spazio per credere negli ideali dell'infanzia. Creare arte dal caos... La musica si crea prendendo gli aspetti negativi della vita, scoprendo in questi i risvolti positivi e, quindi, inseguirli. Voglio portare la gente a questa catarsi ed aiutarla a non sentirsi sola in questo universo travolgente."

Data per buona la mission di Torres, resta ora da capire con che strumenti intende portarla a termine.
Musicalmente parlando, "Dreams" è un EP di rock alternativo che fonde un sound più canonico con melodie talora oblique, talora sognanti, ma sempre aperte, a dare la portata della dimensione ambientale in cui si muovono i ritmi vibranti e gli anthem epici dei 6 brani inclusi.
Difficile trovare qualche esplicito riferimento a band similari. Si potrebbero citare gli Incubus per la loro capacità di rendere commerciale il loro tosto e intelligente alternative rock, gli Evanescence più slow per la spazialità e l'evocatività del sound, oppure pensare ad un ardito incontro tra la poesia di Jeff Buckley e il vigore di Alanis Morissette.

Comunque sia, questo è un EP di indubbio valore, e mi auguro già da ora un'ulteriore, definitiva evoluzione della "band" in vista del prossimo full length.


Tracklist di Dreams

  • 01. Dreams   5:05
  • 02. Tightrope   3:17
  • 03. Obsession (Surrender Me)   3:48
  • 04. Sweet Chariot   4:05
  • 05. Just Like You   3:28
  • 06. Hide And Seek   4:57


Discografia degli Art Of Chaos

  • Art Of Chaos EP (2005 Independent Release)
  • Lucid EP (2006 Independent Release)
  • Crimson And Catharsis (2007 Independent Release)
  • Dreams EP (2010 Independent Release)


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THE ROCKET SUMMER – OF MEN AND ANGELS sabato, 6 marzo 2010 00:54 by maxare

the rocket summer of men and angels front cover

  • Release Date: 23 Febbraio 2010
  • Etichetta: Island Def Jam
  • Produttore: Stephen Bryce Avary, CJ Eiriksson

 

  • Stephen Bryce Avary - lead vocals and all instruments

 


[voto: 3]

 

 

Dietro il discutibile monicker di The Rocket Summer si cela una sola persona, il ventisettenne texano Stephen Bryce Avary. La sua voce è stata spesso paragonata a quella di Michael Jackson ma, personalmente, ritengo che sia piuttosto una copia di Taylor Hanson, lead vocalist degli Hanson, il cui timbro vocale ha molto più in comune con the King of Pop di quanto ne possa avere quella di Avary.

Non conosco gli inizi della carriera di questa one-man band e non so il motivo per cui non abbia messo insieme un gruppo vero e proprio; indiscutibilmente il ragazzo ha del talento, ma non così tanto da poter fare tutto da solo sempre ad alto livello. Il suo è un pop rock gradevole, ha una bella voce e le melodie sono piacevoli, ma gli arrangiamenti (soprattutto della chitarra) lasciano talvolta a desiderare; un vero chitarrista professionista e un aiuto in fase di stesura dei brani (Stephen scrive tutto da solo!) potrebbero dare una marcia in più a queste canzoni, togliendo qualche partitura sgraziata.

Penso all’opener "Roses", dove una sei-corde più pulita donerebbe maggior eleganza ad una canzone altrimenti grezza. Oppure alla title track, in cui l'utilizzo di una chitarra quasi punk rovina una delle più belle canzoni dell’album. Belle così, invece, risultano "You Gotta Believe”, la pianistica "Let You Go" (potrebbe benissimo essere una hit degli Hanson), "Japanese Exchange Students" o l'appassionante "Nothing Matters".

Insomma, date ad Avary qualche compagno di avventura che lo faccia crescere e potrà diventare un grande artista; al momento rimane uno in mezzo a tanti, senza infamia e senza lode.

Detto questo, onestà critica impone di evidenziare come il mio parere non trovi tutti concordi: pensate che i numerosi fan del nostro texano hanno permesso a "Of Men And Angels" di esordire al numero 1 della classifica di iTunes, mentre su Billboard l'album ha fatto la sua prima comparsa ad una dignitosissima 38ma posizione.
Segnalo, inoltre, che a breve i Rocket Summer accompagneranno due star del calibro di Goo Goo Dolls e OneRepublic in un mini tour di due settimane negli States: mica male!


Tracklist di Of Men And Angels

  • 01. Roses   3.46
  • 02. You Gotta Believe   3.16
  • 03. Hills And Valleys   3.45
  • 04. I Want Something to Live For   3.59
  • 05. Walls   4.48
  • 06. Pull Myself Together (Don't Hate Me)   3.34
  • 07. Of Men and Angels   3.45
  • 08. I Need A Break…But I'd Rather Have A Breakthrough   3.27
  • 09. Nothing Matters   3.25
  • 10. Japanese Exchange Student   3.37
  • 11. Tara, I'm Terrible   3.01
  • 12. Hey!   2.43
  • 13. Let You Go   4.26
  • 14. This Is A Refuge   3.49
  • 15. Light   4.02


Discografia dei The Rocket Summer

  • The Rocket Summer EP (2000 Independent Release)
  • Calendar Days (2003 The Militia Group)
  • Hello, Good Friend (2005 The Militia Group)
  • Do You Feel (2007 Island Def Jam)
  • Of Men And Angels (2010 Island Def Jam)


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THE DREAMS - REVOLT venerdì, 5 marzo 2010 01:14 by madseason

the dreams revolt front cover

  • Release Date: 22 February 2010
  • Etichetta: Black Pelican Entertainment
  • Produttore: Chief 1

 

  • Hans Edward Andreasen - lead vocals, guitar
  • Heini Gilstón Corfitz Andersen - guitar, background vocals
  • Eirikur Gilstón Corfitz Andersen - bass, background vocals
  • Heini Mortensen - drums, percussion

 

[voto: 4]

I The Dreams sono una band di punky alternative rock, originaria delle Isole Fær Øer, in cui si è costituita nel 2004 per poi rilocarsi in Danimarca, assieme al fido produttore Chief 1, nel 2006.

Il loro primo album, "Tazy", è una raccolta di traditional della loro terra d'origine riadattate con spirito rock, mentre il primo disco di canzoni originali è "Den Nye By", pubblicato in Danimarca nel 2008 per l'etichetta indipendente Apache e cantato interamente in danese.
Non so nulla di questi primi due lavori a parte le note biografiche che ho letto in giro, quindi mi sono accostato a questo nuovo "Revolt" con orecchie vergini e una discreta dose di curiosità.

Per sgombrare il campo da qualsiasi equivoco, vi dico subito che questa volta il cantato è in lingua inglese: scelta che si è resa obbligatoria per poter puntare ad un mercato internazionale, come è intenzione dei 4 nordici e della nuova etichetta Black Pelican, che distribuisce l'album sfruttando i canali della Sony Denmark.

Mi piace l'attitudine dei Dreams: schietta e diretta come si conviene ad una punk band, anche se alle composizioni dei "rivoltosi" non mancano influenze più variegate, una certa scaltrezza tecnico-compositiva ed una buona dose di melodia che le rende fruibili da un pubblico eterogeneo.

Il primo singolo estratto da "Revolt", "Under The Sun" è, ad esempio, un rock melodico moderno debitore del sound dei The Rasmus, con l'addizione di una cantilena africana a dare un tocco esotico al brano, mentre il secondo singolo, nonché title track dell'album, è una sparata di melodic punk rock dal buon appeal commerciale. "We Are The Murderers" è un attacco frontale che incrocia i Lostprophets con i rocker americani Luna Halo. Curiosa "Black Sheep", un'incalzante marcetta da Oktoberfest con refrain tormentone, impreziosita da un assolo tagliente. "United We Fall" ha un gran tiro ma, tutto sommato, è trascurabile. "Not Sad Forever" è uno slow con un refrain che ibrida gli Hanoi Rocks e gli HIM (curiosamente, due band finniche), mentre "The Optimist" è un brano dall'ampio respiro melodico, tosto nella non banale costruzione. "Too Late To Cry", uno scandi-rock moderno e godibilissimo, lascia velocemente il posto all'elettropunk ipnotico di "This Is Not A Lovesong", cover di un pezzo del 1983 dei P.I.L. di Johnny Rotten; a chiudere questo lavoro arriva "Insomnia Suite", un brano di oltre 7 minuti che contiene tutti gli elementi che caratterizzano il sound di "Revolt": praticamente, una summa dell'album.

I The Dreams sono la prima vera sorpresa di questo inizio di 2010 e non esito un istante a caldeggiarveli.

Tracklist di Revolt

  • 01. Revolt   3:30
  • 02. We Are The Murderers   3:27
  • 03. Under The Sun   3:51
  • 04. Black Sheep   2:57
  • 05. United We Fall   3:17
  • 06. Not Sad Forever   3:25
  • 07. The Optimist   3:37
  • 08. Too Late To Cry   3:11
  • 09. This Is Not A Lovesong   2:13
  • 10. Insomnia Suite   7:09


Discografia dei The Dreams

  • Tazy (2006 Independent Release)
  • Den Nye By (2008 Apache Records)
  • Revolt (2010 Black Pelican)


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TURIN BRAKES - OUTBURSTS mercoledì, 3 marzo 2010 01:45 by madseason

turin brakes outbursts front cover

  • Release Date: 1 Marzo 2010
  • Etichetta: Cooking Vinyl
  • Produttore: Turin Brakes

 

  • Olly Knights - vocals, guitars
  • Gale Paridjanian - vocals, guitars

[voto: 3.5]

 

 


I Turin Brakes sono spesso stati comparati alle molte band di stampo acustico emerse sul finire degli anni 90, come Elbow, Puressence e Starsailor, sicuramente per "colpa" del primo album, quel "The Optimist LP" che portava un contributo elettrico piuttosto modesto. Ma i TB hanno costantemente cercato di evolvere il proprio sound: già il secondo album "Ether Song" presentava molte più chitarre elettriche, oltre che ad un suono meno solare. Il terzo lavoro, "JackInABox" era una sintesi dei primi due, con l'aggiunta di qualche influenza funky. Il successivo "Dark On Fire" presentava una produzione più brillante e corposa, nonostante fosse un disco registrato prevalentemente in presa diretta davanti ad un'audience.

Su questo nuovo "Outburst", scritto, suonato e prodotto quasi interamente da Olly e Gale, i due britannici di Balham (Londra) riscoprono il sound dell'esordio, acustico, malinconico e meditativo, senza perdere la sensibilità pop che ha fatto la fortuna della loro hit "Painkiller" (dal secondo album).
Ora i TB, giunti alla piena maturità artistica, possono finalmente lasciare da parte le politiche commerciali delle case discografiche e le conseguenti ricche produzioni - un inutile orpello per il loro sound - e concentrarsi sulla loro ispirazione originale, su quella spontaneità che aveva così ben caratterizzato "The Optimist".

Il brano d'apertura di Outburst, nonché primo singolo "Sea Change", dà il via ad una collezione di brani apparentemente semplici, immediati, ma che rivelano, ascolto dopo ascolto, nuove sfumature e una profondità che sfugge alla prima impressione.
"Sea Change" è aperta da chitarrine acustiche che intessono una classica trama folk, che le voci e le percussioni conducono successivamente in territori "Fleetwood Mac", in un piacevolissimo crescendo epico. Crescendo che caratterizza anche la deliziosa e vigorosa (in termini turinbrakesi, si intende) "Rocket Song", mentre la successiva "Paper Heart" è un delicato valzer che ben rappresenta la capacità della band di costruire ballate intense e non banali.
"Will Power" rivela influenze U2, con il suo svolgimento alla "With Or Without You"; più avanti nella scaletta, "Never Stops" ibrida il sound classico del gruppo con sonorità country, mentre in "The Letting Down" è un gospel quasi sussurrato a lasciare il suo marchio su una linea melodica blues.

Le altre chicche del disco ve le lascio scoprire da soli, con un'avvertenza per quei frequentatori di weChameleon avvezzi a sonorità ben più fragorose: approach with care!


Tracklist di Outbursts

  • 01. Sea Change   4:02
  • 02. Mirror   2:56
  • 03. Rocket Song   3:23
  • 04. Paper Heart   3:46
  • 05. The Invitation   3:29
  • 06. Will Power   3:59
  • 07. Apocolips   3:39
  • 08. Embryos   3:11
  • 09. Never Stops   4:11
  • 10. The Letting Down   4:03
  • 11. Radio Silence   4:06
  • 12. Outbursts   5:05


Discografia dei Turin Brakes

  • The Optimist LP (2001 Source/Astralwerks)
  • Ether Song (2003 Source/Astralwerks)
  • JackInABox (2005 Source/Astralwerks)
  • Dark On Fire (2007 Source/Astralwerks)
  • Outbursts (2010 Cooking Vinyl)


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LIFEHOUSE – SMOKE AND MIRRORS lunedì, 1 marzo 2010 18:15 by maxare

lifehouse smoke & mirrors front cover

  • Release Date: 1 marzo 2010
  • Etichetta: Dreamworks/Geffen
  • Produttore: Jude Cole

 

  • Jason Wade - vocals, guitars
  • Ben Carey - guitars
  • Rick Woolstenhulme Jr. - bass
  • Bryce Soderberg - drums


[voto: 4.5]

Finalmente è giunto il momento per i Lifehouse di dare un naturale successore a quel "Who We Are" che, uscito ormai nel 2007, ha venduto più di tre milioni di copie nel mondo, mica noccioline di questi tempi.
Nel nuovo "Smoke & Mirrors" - di cui è stata rimandata più volte l’uscita - sono poche le novità introdotte: su tutte, l’ingresso ufficiale in formazione del chitarrista Ben Carey e l’aggiunta al songwriting di una spruzzatina di elettronica e di ritmi più "ballabili", come testimoniano le anthemiche "Here Today Gone Tomorrow" e "Halfway Gone", quest'ultima primo singolo estratto dall'album.

Anche questa volta il rocker di culto Jude Cole produce e scrive buona parte dell’album, tanto da poterlo considerare un membro aggiuntivo a tutti gli effetti.

Fin dalle note iniziali del disco, i Lifehouse lasciano intuire che non hanno intenzione di andare a caccia di melodie particolarmente ricercate, e non a caso si parte subito con una "All In" da cantare a squarciagola con le braccia alzate al cielo. Tuttavia, si può dire che siamo in presenza di un lavoro piuttosto vario: "Nerve Damage" è un blues moderno che parte da un arpeggio rubacchiato a "Stairway To Heaven" e giunge a un ritornello (appunto) nervoso; la title track, invece, è un midwestern rock nella più classica tradizione americana.
In "Had Enough" abbiamo addirittura una collaborazione in fase di scrittura con Richard Marx e, soprattutto, con Chris Daughtry, il quale impreziosisce uno dei pezzi più pregiati dell’album con una performance degna della sua discografia.

La voce graffiante di Jason Wade è, per chi scrive, tra le migliori del nuovo millennio: il trentenne californiano è in grado di cantare le tracce più rock con una grinta senza pari e, allo stesso tempo, sa dare calore alle ballad più intense, che su S&M non mancano di certo: "It Is What It Is" e "By Your Side" sono le più emozionanti, anche se nessuna delle due eguaglia la bellezza di "Broken" dal precedente album.

Chi ha amato "Who We Are" del 2007, non potrà fare a meno di apprezzare anche quest’ultima release che finirà, a meno di colossali sorprese, nella mia Top10 del 2010.


Tracklist di Smoke & Mirrors

  • 01. All In   (Jason Wade, Jude Cole) 3.54
  • 02. Nerve Damage   (Jason Wade, Jude Cole 4.27
  • 03. Had Enough   (feat. Chris Daughtry) (Jason Wade, Chris Daughtry, Richard Marx) 3.45
  • 04. Halfway Gone   (Jason Wade, Jude Cole, Kevin Rudolf, Jacob Kasher) 3.14
  • 05. It Is What It Is   (Jason Wade, Jude Cole) 3.20
  • 06. From Where You Are   (Jason Wade) 3.06
  • 07. Smoke & Mirrors   (Jason Wade, Jude Cole) 4.25
  • 08. Falling In   (Jason Wade, Kevin Rudolf) 3.44
  • 09. Wrecking Ball   (Jason Wade)  4.24
  • 10. Here Tomorrow Gone Today   (Jason Wade)  3.09
  • 11. By Your Side   (Jason Wade) 4.08
  • 12. In Your Skin   (Jason Wade, Jude Cole) 3.24


Discografia dei Lifehouse

  • No Name Face (2000 DreamWorks)
  • Stanley Climbfall (2002 DreamWorks)
  • Lifehouse (2005 Geffen)
  • Who We Are (2007 Geffen)
  • Smoke & Mirrors (2010 Geffen)


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